Bogotá, 7 Dicembre 2014
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Lo scorso 4 Dicembre, alle 9:37, è stato inviata agli indirizzi mail di differenti collettivi e mezzi di comunicazione alternativa e popolare colombiani, una lettera contenente minacce, firmata dal Blocco Capitale del gruppo paramilitare delle Aquile Nere (Águilas Negras).
Nel documento si dichiarano come obiettivi militari 12 organizzazioni, così come 14 giornalisti che sono menzionati con nome e cognome, assicurando che ‘’sono terroristi guidati dalla politica guerrigliera delle FARC e del ELN’’ e li si avverte affinché ‘’cessino le loro attività […] nei paesi e nelle città con la scusa di essere comunicatori alternativi e popolari’’, indicando che ‘’la loro propaganda sarà zittita col piombo’’ e dando loro tempo fino all’1 di Gennaio per abbandonare le città dove svolgono il loro lavoro di informazione.
Noi, collettivi e giornalisti minacciati, segnaliamo che questa minaccia fa parte di una campagna persecutoria contro la stampa indipendente che è stata anticipata da minacce simili, come quella che è circolata lunedì 1 Dicembre contro il canale televisivo Canal Capital, la catena Telesur e l’Agenzia di Reporter Senza Frontiere, e da un’altra che è stata ricevuta il giorno successivo dal signor Nelson Armesto Chávez, direttore del giornale comunitario Patio Bonito al Día, che ha portato il direttore a pensare di chiudere il giornale, come da lui manifestato.
Consideriamo che tutte queste intimidazioni cercano di silenziare il lavoro di giornalisti indipendenti in difesa dei diritti umani ed il loro lavoro con le comunità di tutta la nazione, e che questo evento non rappresenta altro che la continuazione della politica statale di persecuzione politica contro coloro che esprimono opinioni inaccettabili per i poteri forti che guidano il destino della Colombia, dove si accusano le organizzazioni sociali di essere alleate del ‘terrorismo’ o di ‘essere nemiche del progresso’ o della Forza Pubblica, per il semplice fatto di difendere i diritti umani.
In questo contesto, il paramilitarismo è stato solamente uno strumento ulteriore di questa politica repressiva, uno strumento di terrore che, articolato con gli agenti statali, ha lasciato durante il suo passaggio milioni di vittime senza che lo Stato rispondesse effettivamente per garantire i diritti umani nel territorio nazionale, e senza che lo stesso salvaguardasse la libertà d’espressione dell’altissimo numero di giornalisti minacciati e perseguitati.
Per questo dichiariamo che né questa né nessun’altra minaccia impedirà lo svolgimento del nostro lavoro per la libertà informativa e la difesa dei diritti umani, e che le minacce, anziché spaventarci e isolarci, ci uniscono in difesa della libertà d’espressione, della libertà di stampa e del diritto del popolo colombiano a comunicare liberamente, con qualità informativa e senza alcun tipo di censura né autocensura.
Dato che lo Stato colombiano ha come dovere costituzionale quello di garantire l’esistenza di una stampa indipendente, libera, verace e compromessa con l’informare riguardo la realtà del paese, esigiamo:
- Che la Procura della Repubblica investighi questi fatti e identifichi gli autori materiali ed intellettuali di queste minacce, consegnandoli alla giustizia.
- Che il signor procurador Alejandro Ordonez investighi la possibile partecipazione di agenti statali e membri della Forza Pubblica in queste minacce, affinché, se così fosse, siano processati disciplinarmente e sanzionati secondo la legge.
- Che il Governo Nazionale prenda le dovute misure, urgenti per proteggere la vita e l’integrità dei giornalisti minacciati e delle loro famiglie, e che dia le garanzie necessarie affinché l’esercizio delle libertà d’espressione e di stampa dei mezzi indipendenti sia applicabile, come consacrato nell’Articolo 20 della Costituzione Politica della Colombia, e nell’Articolo 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
- Che le organizzazioni dei giornalisti e dei difensori della libertà d’espressione, Federación Colombiana de Periodistas (Fecolper), Fundación para la Libertad de Prensa (FLIP) e Reporteros sin Fronteras (RSF), appoggino questa denuncia e incidano dinanzi allo Stato colombiano affinché siano salvaguardate le vite, l’integrità ed i diritti dei giornalisti e mezzi di comunicazione minacciati.
- Che le organizzazioni difensore dei diritti umani e che le organizzazioni sociali della Colombia e del mondo, solidarizzino con i giornalisti ed i media minacciati, esigendo che lo Stato colombiano compi con il dovere costituzionale di proteggerli e di offrir loro condizioni adeguate per lo svolgimento del loro lavoro d’informazione.
Firme
Colecttivi e media minacciati:
Casa de la Comunicación de Techotiva.
Colectivo Brecha.
Colombia Informa.
Contagio Radio.
Dejando Huella Haciendo Memoria.
El Macarenazoo.
El Rebelde.
El Salmón Urbano.
El Turbión.
Kino Rama.
Reporte Colombia.
Trochando sin Fronteras.
Giornalisti minacciati:
Andrés Gómez.
Camila Ramírez.
Carlos Castaño.
Ernesto Che Mercado Jones.
Leandro Murillo.
Luis Alberto Castaño.
Milena Galvis.
Nelson Lombana Silva.
Omar Vera.
Oscar Castaño.
Ricardo Murcia.
Silvia Oviedo.
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